Copertina evento La Funsciù Gianico
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Nell’attesa di una «Funsciù» che sembra non arrivare mai, i fiori di Gianico hanno cominciato a sbocciare. Si nascondono nei solai, riempiono cantine e armadi, coperti da asciugamani e lenzuola. Sotto un acquazzone che allaga cortili e parcheggi, Gianico ci aspetta per parlare di fede, leggende di paese e fiori: tra meno di un anno (maggio 2019), e dieci anni dopo l’ultima cerimonia del decennale, la statua della Madonnina del Monte scenderà dal santuario e sfilerà da un capo all’altro del paese sotto un sipario di milioni di fiori di carta.
«Abbiamo fatto corsi in oratorio e in biblioteca e ha partecipato tantissima gente, anche stranieri», racconta Stefania Pendoli, elegante con i suoi occhiali da maestra. Nel «cortile dei Mondinini» di via Cimavilla, ci ha aspettato con l’amica Elda Salvetti e il nipote Marco per svelarci i segreti di un fiore perfetto.
«Mi sono sposata 54 anni fa e da cinque decennali faccio fiori», racconta Stefania. «Tremila fiori li ho già preparati, ma siamo solo all’inizio. Sapete qual è la cosa bella? Che nessuno sa cosa stia facendo il vicino». Scopriamo che la Madonnina ha il potere di unire gianichesi di vecchia e nuova generazione: atei e cristiani, donne ortodosse e musulmane. Attorno al tavolo, Elda ricorda il marito morto poco tempo fa e a Stefania brillano gli occhi raccontando una guarigione inspiegabile: gigli, rose e gerani finti formano un giardino vero. E ogni fiore è una storia, un ricordo, una persona. Colla e forbici. Il giovane Marco ha appena assemblato un bocciolo di rosa spiegando che «magari non si va in chiesa durante l’anno ma nei giorni della festa ci sono tanti giovani a dare una mano». Pinze, forbici dentate e scotch passano di mano in mano, mentre si racconta che «quando c’è stata la festa a Carzano, sono venuti anche da Montisola per chiedere consigli». Ci scambiamo la promessa di un altro incontro e in cambio portiamo a casa una rosa rossa: manca ancora un anno ma, a Gianico, già si sente il profumo dei fiori.
Testo tratto da "Giornale di Brescia" del 14 giu 2018